E alla fine arriva…L’Uomo Nero

17 Feb

L’agosto più caldo degli ultimi cinquanta anni. Così l’hanno definito la tv e i maggiori siti su internet. L’uomo si ritrova a pensare che ogni estate tirino fuori codesta storia. Come se fosse il riempitivo obbligatorio, la scusa per giustificare il loro lavoro. Che poi … Lavoro! Eh,mica è scemo lui ! Lo sa benissimo quanto l’informazione sia pilotata per fregare i cittadini, così non sanno cosa fanno quelli del Blide ..Bilde..Bi..Insomma quelli alle loro spalle. Per non parlare di quanto denunciato da David Ickle! Bè,ma non è il momento giusto per mettersi  a pensare dei rettili ani. Non ora, perlomeno .  Si sente le gambe molli, il fiato pesante. Ha messo su troppi chili da un paio di anni. Da quando è morta sua madre . Lasciandolo solo nella vecchia casa troppo grande per lui, troppo piccola per la sua enorme solitudine.

“L’ascensore non funziona! E sono cinque giorni! Mo mi sente il nostro amministratore!” Pensa l’uomo ridendo tra se e se. Ne avrebbe dette quattro all’amministratore e ai condomini!  Finirebbe che nessuno ti darebbe il benché minimo ascolto. La tua voce petulante dispersa nel chiasso burino dei condomini di quel vecchio palazzo in via Alberto da Giussano. A Roma! Vicino alla via Prenestina.

Non l’hanno mai ascoltato in vita sua. Nemmeno sua madre, che negli ultimi tempi lo chiamava addirittura “coso” .  Arrivato davanti alla porta del suo appartamento si ferma con il fiatone e una gran voglia di svenire  .  Il pianerottolo gli appartiene, ormai.  4 appartamenti, due famiglie in vacanza, lui e quello posto alla sua sinistra. Disabitato, sfitto, ormai da dieci anni. Da quando è morto il vecchio Luigi Proietti. Un tempo popolarissimo attore d’avanspettacolo,varietà e di scadentissimi film e telefilm,finito in quel quartiere dopo un disastro finanziario clamoroso. Morto solo e abbandonato,il cadavere scoperto dopo due mesi,per merito della sua  vecchia madre.

“Ma come non senti sta puzza?” Gli chiedeva lei. Lui la sentiva,ma non aveva voglia di perder tempo a chiamare …Chi poi? Quei tempi li passava a bere in giro nei bar. Un modesto  impiegato che nonostante la voglia non era mia riuscito a far carriera, che desiderava donne troppo fuori dalla sua modesta portata…

“Cosa è questo rumore?” Dall’appartamento di Proietti arriva debolissimo un rumore….Qualcosa..

“Sarà la stanchezza” Si dice. E de che? Non hai fatto un cazzo oggi. A ben vedere non hai mai fatto un cazzo da quando sei nato, oh cocco di mamma!

La porta si apre con fatica.  La serratura gira,dovrà chiamare qualcuno per sistemarla. Ma non oggi,facciamo…

“Eppure quel rumore l’ho sentito” Ma no! Si rassicura. Idea tua.

La casa naufraga in un composto disordine da scapolo. Magliette appoggiate sugli schienali delle sedie, scarpe nei posti meno pensabili , una piccola pila di piatti da lavare. E cartoni della pizza sparsi da portare giù. Dopo.

Si siede nella sua camera e accende il computer. Uno sguardo veloce al blog di Grillo,che è forte e fa  tremare la casta . Si annoia, come sempre , a metà articolo. Troppo da leggere, non potrebbe  metterci un semplice vaffanculo e basta? Invece di scrivere così tanto.

Donne nude, prostitute per lo più, prendono il posto sullo schermo . Va nelle sezione sadomaso,e si eccita guardando quelle dominatrici. Una volta aveva telefonato a una ,per una sessione al telefono. Nulla di speciale,ma non  ha il coraggio di provar…

Il rumore ritorna. Debole, distante,ma questa volta lo avverte.  Cosa potrebbe essere? Si concentra per riuscire a venirne a capo,ma non è mai stato un campione di concentrazione. Abbandona. E si concentra su youporn.

Donne con donne e uomini e trans, robe varie che scorrono veloci. Il porno è noioso e deprimente. Non lo regge più. Nessuna soddisfazione. “ Sabrina….” Mormora a bassa voce. Se si fosse presentato in via del Corso quindici anni fa. Forse sarebbe sposato ora. Invece aveva deciso di star con la madre, che povera era vecchia  e malata. Una bella scusa umanista per non dirsi la verità: paura di impegnarsi. Di abbandonare la sua triste routine.

Si alza ed esce dalla stanza . Si sistema i pantaloni ,ha abbandonato a metà una sega. Vorrebbe parlare con qualcuno. Ma con chi? Roma è vuota, senza anima viva. Tutti in vacanza. “Ma perché se ci fosse qualcuno , chi vorrebbe parlare con te?” Questa è la domanda che dovrebbe porsi .

Di nuovo il rumore più forte e distinto: come dei tamburi lontani. Non era un vecchio film con Gary Cooper?

Suda freddo e improvvisamente si scopre spaventato. Perché?

“Stai attento! Fai il bravo o vengono i negri,e ti mangiano! L’uomo nero ama mangiare la carne dei bambini cattivi come te!” La voce della madre , limpida, gli scoppia in testa.

No,no, no! Tutta una sua idea , una sua stupida immaginazione. Non c’è nessuno. Quale rumore?

Qualcosa di melmoso che si muove,strisciando. Qualcosa che gratta sulla porta del vecchio signor Proietti,e una risata. Soffocata,fangosa, non umana. E ora quei tamburi. Un ritmo ossessivo, ripetuto come se chi stesse suonando fosse un drogato ..Si,quelle zecche dei centri sociali,che lui da bravo borghese ha sempre odiato.

Si siede in soggiorno. Automaticamente accende la tv. Vecchie repliche di film e telefilm. “ Sto impazzendo?” Si chiede.

“No, non stai impazzendo. E’solo venuto il tuo momento: L’uomo nero ha fame. Il vecchio Proietti non aveva un buon sapore, troppo magro,ma tu….Tu da sempre così ciccione e unto,così viscido ..”

“No mamma! Non è vero! Sono un bravo uomo,io….”

“Sei solo cibo scadente per L’Uomo  Nero. Ma sei pure sempre cibo. Me l’ha detto lui prima che io morissi Ora c’è poca gente disposta a credere alla sua esistenza. I bambini non lo temono più. Non hanno più paura degli sgabuzzini, della creatura che dorme sotto il loro letto. E lui  sta male,povera stella. Deve nutrirsi o morirà. E allora gli ho parlato di te. Senza di me non sai vivere,vedi come hai conciato questa casa? Nessuno si accorgerà della tua scomparsa. Non sei piaciuto mai a nessuno..Tu non sei mai esistito” La voce glaciale che rimbomba nella sua testa è una brutta copia di quella materna. Eppure così vera.

L’uomo è agitato: cosa deve fare? Telefonare alla polizia? Per dire cosa?Si guarda in giro ,incapace di agire. Scappare fuori,abbandonare l’appartamento. Andare dovunque..E se quella cosa già sapesse ,già conoscesse le sue mosse? Sarebbe già la fuori ,ad attenderlo.

“Ti mangerà e tu lo supplicherai,ma lui continuerà. Devi avere pazienza ,è vecchio e malato. Una volta era il Grande Dio della Paura e divorava l’anima ai bambini. Non avresti sofferto molto,ora invece…Ihihihihihi” Ride la voce infernale e d’oltretomba che a volte gli sembra quella materna,poi quella del vecchio Proietti e infine di mille voci sconosciute di peccatori,viziosi,assassini seriali che esplodono in una risata infantile e cattiva.

TUMP! TUMP! Come un bussare forte e cadenzato  fuori dalla sua porta.

No… Piagnucola piano.  Si getta in cucina  e afferra un coltello affilato. Cosa potrà mai fare contro quella creatura infernale?

TUMP! TUMP! TUMP! TUMP!

Ormai è in trappola. L’orrore,il terrore,la paura, gli devasta la mente, il cuore esplode nel petto. Magari potessi morire ora d’infarto…Perché non mi fai morire ora? Domanda mentalmente a quel dio  mai pregato e ora cercato con insistenza.

TUMP ! TUMP! TUMP!

L’uomo in preda al terrore e alla disperazione corre contro la porta ,l’apre e colpisce selvaggiamente la diabolica creatura, l’Uomo Nero  venuto a banchettare con le sue carni…..

Solo che….Solo che…..Ci mette un minuto mentre le sue mani,le braccia,la sua faccia sono pieni del sangue della sua vittima orribilmente squartata.

Non c’è nessun uomo nero. Solo la signore Di Gregorio del piano di sotto.

 

Mentre lo portano via in manette continua a straparlare dell’appartamento accanto,dell’Uomo Nero. Gli agenti non lo ascoltano e lo caricano su una macchina della polizia . Che velocemente sfreccia lungo la Tiburtina.

“Mia madre mi ha detto che c’era L’Uomo Nero che voleva mangiarmi! Mia madre me l’ha detto…Non voglio finire in prigione! “ Urla  e piange disperato l’uomo.

 

“ E chi dice che finirai in  prigione?” Dice in tono canzonatorio il poliziotto al volante.

Poi si gira lentamente verso il prigioniero: la faccia putrefatta  di un vecchio dio morente e dimenticato,mentre osserva goloso il suo pranzo.

 

6 Risposte to “E alla fine arriva…L’Uomo Nero”

  1. Jacopo Marocco febbraio 21, 2014 a 11:22 PM #

    Era da un po’ che non leggevo una cosa così, grazie. Mi è piaciuto.

    • viga1976 febbraio 22, 2014 a 8:52 am #

      Grazie mille! Sono contento che ti sia piaciuto questo racconto. Spero che anche i prossimi che verranno possano garbarti
      Ciao,davide

  2. viga1976 febbraio 22, 2014 a 3:47 PM #

    🙂

    • Davide Sasso febbraio 25, 2014 a 8:39 PM #

      Ciao ti va se condivido il tuo racconto sulle mie pagine ufficiali? Si occupano di libera condivisione di opere in rete.

      • viga1976 febbraio 26, 2014 a 7:40 am #

        certo fai pure!

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